Aprile 05, 2022

La Polizia Locale alza la voce: «Discriminazione verso i colleghi morti per Covid contratto in servizio, chiediamo l’equiparazione alle forze di Polizia ministeriali»

Fermo - E’ il grido dell’Anvu, l’Associazione Nazionale della Polizia Locale d’Italia che impugna il decreto legge 73/2021 tramite i relativi vertici nazionali, regionali e provinciali.

Redazione

Un trio geografico “in rosa”, considerando la presidenza a tinte tricolori incarnata da Silvana Paci, scendendo nell’ambito marchigiano con sportello guidato da Anna Grasso e con la referenza provinciale di Fermo affidata ad Anna Maria Del Papa. Ed è proprio quest’ultima, presente nell’organico della Polizia Locale di Fermo con il grado di Vice Ispettore, che illustra da vicino il nodo giuridico additato dall’Anvu. «Il Ministero dell’Interno con tale decreto si è dimenticato delle famiglie dei colleghi venuti a mancare durante la pandemia, contraendo il Covid in servizio. Essi sono quindi vittime abbandonate anche economicamente, non rientranti cioè tra gli aventi diritto al beneficio economico da assegnare ai relativi congiunti. Ci aspettavamo un naturale equo trattamento per come disposto giustamente in favore di Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e personale della Polizia Penitenziaria. Invece un’equità apparentemente automatica non si è palesata, nonostante i 31 colleghi a perire successivamente a controlli per evitare gli assembramenti e presso attività economiche, disposti da Prefetture e Comuni, per contrastare l’emergenza. In pratica, effettuando cioè lo stesso tipo di mansioni affidate e svolte durante i picchi pandemici dalle divise nazionali». Un cospicuo quanto triste numero di vittime, contabilizzato a livello nazionale, dove purtroppo partecipano anche le Marche con il tributo estremo offerto dal Vice Ispettore del Comando anconetano di Falconara, Manuel Panico, ad aver lasciato questa terra lo scorso 15 gennaio. «Come possiamo far capire ad un figlio, magari pure minore, di un collega morto per contagio che la vita del padre vale meno di quella del papà di un suo amico poliziotto o carabiniere?». Ha proseguito il sottufficiale fermano approcciandosi all’epilogo. «Le eventuali somme che potrebbero essere messe a disposizione con un auspicabile correttivo al decreto in esame non faranno chiaramente tornare in vita chi è mancato. La Polizia Locale continuerà a piangere i colleghi morti per contagio da virus in servizio. Noi dell’Anvu chiediamo però con forza, al Ministero degli Interni e delle Finanze, un riscontro concreto, per principio e sostanza: un piccolo contributo finanziario da destinare ai familiari dei nostri colleghi per alleviare le troppe difficoltà economiche che i loro coniugi, figli, genitori e fratelli si troveranno inevitabilmente ad affrontare ogni giorno. Un gesto meritato e dovuto, con il servitore della comunità Locale e della Nazione ad aver sacrificato la vita per il bene comune. Giustizia e parità di trattamento per i congiunti dei nostri colleghi deceduti».