Nei giorni scorsi gli avvocati Lavinia Tarli e Umberto Gramenzi avevano presentato la richiesta di revisione della misura cautelare e la concessione dei domiciliari al proprio assistito motivata principalmente dal fatto che l’eventuale concessione non avrebbe intralciato le esigenze investigative e tanto meno il medico avrebbe potuto inquinare le prove. Ancor di più se si considera che al momento dell’arresto, Rossi aveva rilasciato delle parziali ammissioni ai carabinieri che, al momento dell’arresto, sequestrarono poco meno di settemila euro in banconote rinvenute all’interno di alcune buste e, quindi, dimostrando di non aver alcuna intenzione di intralciare l’attività degli inquirenti. Tra le motivazioni evidenziate nell’istanza, c’era anche quella relativa alle condizioni di salute del medico che non sarebbero comunque compatibili con il regime carcerario. Nel frattempo, un altro medico del Mazzoni è finito nei guai. I carabinieri di Ascoli, lo scorso mese di dicembre, a seguito della segnalazione di un collega, lo hanno sorpreso sul luogo di lavoro senza il green pass. Ora, il direttore dell’Area vasta 5, Massimo Esposito, ha firmato la determina con cui ha disposto la sospensione dal servizio del medico finito anche sotto la lente dell’ordine dei medici che ha avviato nei suoi confronti un procedimento disciplinare.
Ascoli - Il medico Rossi resta in carcere, dopo l'accusa dei falsi green pass
Giuseppe Rossi resta in carcere. Il tribunale della Libertà di Ancona ha respinto l’istanza di Riesame presentata dai difensori del medico arrestato lo scorso 4 gennaio perchè ritenuto il presunto responsabile di aver rilasciato delle certificazioni per ottenere il green pass senza inoculare i vaccini.