Se lo Stato dovesse renderlo obbligatorio, comunque, ci adegueremmo molto volentieri". Così il vescovo di Ascoli Piceno Gianpiero Palmieri. "Da parte della chiesa italiana in generale c'è una grande attenzione alle problematiche legate al Covid - ha detto oggi. incontrando la stampa in occasione della 56/a giornata mondiale delle comunicazioni sociali -. Ma c'è anche una fiducia conquistata sul campo. L'estate scorsa, anche quando tante realtà avevano smesso di avere attenzione riguardo comportamenti anti contagio, l'uso delle mascherine, il distanziamento...nelle chiese italiane questo non è mai mancato. Il fatto che ilGreen pass non sia obbligatorio per entrare in chiesa nasce da questo comportamento virtuoso e non è un privilegio". L'attenzione resta molto alta in tutte le attività della Diocesi di Ascoli. "In molte parrocchie il catechismo non è ripartito quando sono state riaperte le scuole. Qualcuno - ha aggiunto mons. Palmieri - l'ha interpretata come una misura eccessiva che però è stata fatta anche per venire incontro a pressioni di molti genitori". "Io sono favorevole a che non ci sia obbligo di Green pass per accedere ai luoghi di culto perché so che le regole vengono rispettate; se per caso ci fosse qualche parroco che non le rispetta io interverrei prontamente, così come farebbero tutti i vescovi italiani. Se fosse reso obbligatorio il Green pass per entrare in chiesa - ha concluso il vescovo di Ascoli - non ne sarei sconvolto e nemmeno dispiaciuto; è in gioco la salute pubblica".
Gennaio 29, 2022
Green pass: il vescovo di Ascoli, non obbligo meritato sul campo
Ascoli Piceno - "Sono d'accordo che non sia obbligatorio il Green pass per entrare nelle chiese, perché so che siamo già attenti e la fiducia che viene riposta in noi ce la sia meritata sul campo.
Redazione