Una circolare, quella ministeriale, che fa chiaramente riferimento ai valori costituzionali e a quelli contenuti nella Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, oltre che a vari articoli del Trattato sull'Unione Europea, stravolta nel suo unico e chiaro intento dalle dichiarazioni della Latini. Più che bufera, la sua è una boutade, infarcita di complottismo e dietrologia, là dove ipotizza che dietro la lotta alle discriminazioni si nasconda la volontà di propagandare tra ragazzi e bambini le teorie gender. E lo fa paventando il rientro dalla finestra del ddl Zan, un classico dell’oscurantismo atavico in salsa leghista, considerato il male assoluto dai sedicenti difensori della famiglia, Assessore Latini compresa. La quale, in spregio ai più basilari principi logico-argomentativi, per i quali chi vuole dimostrare l’esistenza di un fatto ha l’obbligo di fornirne le prove, non il contrario, accusa gli insegnanti, le scuole e il Ministero di brigare per inculcare le teorie gender negli studenti di ogni ordine e grado, senza considerare che non c'è istituzione scolastica nella quale non vi sia l’occasione, quando non il bisogno, di affrontare durante l’anno questi temi. Se la scuola va nella linea della valorizzazione dell’unicità e del rispetto, è inevitabile parlare di questo argomento. Nelle aule ci si confronta con ragazzi che queste cose le vivono sulla propria pelle e il più delle volte fanno fatica a parlarne in famiglia. L’omofobia altro non è che avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità in senso lato basata sul pregiudizio, dunque ha chiare radici culturali. La stessa Unione Europea la pone al pari del razzismo, del sessismo e della xenofobia. Quello che ci lascia basiti è che la reazione estremamente scomposta della Latini è omofobia da manuale, in totale incompatibilità con le deleghe alle pari opportunità, alla cultura, all’istruzione e alle politiche giovanili, per questo riteniamo che non possa e non debba più ricoprire l’incarico di Assessore Regionale conferitole dalla Giunta Acquaroli. Anzi, la stessa Giunta regionale dovrebbe prendere le distanze dalle dichiarazioni della Latini, come pure qui, localmente, a San Benedetto del Tronto, tutti coloro che l’hanno appoggiata. In un Paese democratico e rispettoso dei diritti costituzionali, è a persone come Giorgia Latini che si dovrebbe dire “giù le mani dai nostri ragazzi”.
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