Dicembre 11, 2024

Comunicato stampa su impianto di stoccaggio gas a San Benedetto del Tronto

San Benedetto - L'incidente di Calenzano di lunedì 9 dicembre è un ennesimo monito al principio di cautela.

Redazione

Come a San Benedetto anche a Calenzano il principio di precauzione è stato ignorato: infatti già nel 2020 la cooperativa “Medicina democratica” metteva in allarme sul pericolo di incidente rilevante nell'impianto di Calenzano. C’era il rischio di esplosioni devastanti a pochissima distanza da case e centri commerciali.
Purtroppo poi è successo!
Una situazione simile a quella di San Benedetto del Tronto dove da anni si combatte per evitare la realizzazione di un impianto di stoccaggio gas sotterraneo di 15 km quadrati dentro la città, caricato a 265 bar di pressione. Un pericolo sotto la città di proporzioni catastrofiche.
 La realtà è che come a Calenzano anche qui da noi i tecnici hanno sostenuto la sicurezza dell'impianto senza però valutare tutti i possibili scenari di rischio.
Sono stati esclusi incidenti come jet Fire (getti di fuoco) orizzontali e flash Fire ( eventi esplosivi distruttivi con un innalzamento estremo delle temperature) perché considerati poco frequenti,
Hanno smentito senza una documentazione scientifica e attendibile le argomentazioni dell'ArpaM che mettevano in ALLARME sulla mancata tenuta del giacimento: anomalia che consentirebbe la fuoriuscita e la conseguente risalita del gas in superficie con gravi rischi di esplosioni.
Questo elemento di rischio viene considerato dai tecnici non rilevante.
In opposizione a tutto questo ottimismo dettato da enormi interessi che sicuramente non sono quelli del territorio, cittadini, associazioni e istituzioni si sono riuniti nell’incontro pubblico sulla questione stoccaggio gas, tenutosi a San Benedetto il 6 dicembre scorso.
Illuminante è stata la relazione del geologo Dottor Giovanni Marrone che ha messo in evidenza tutti i pericoli dell'impianto in relazione alla struttura geologica inadeguata a contenere gas, a causa della certa mancanza di tenuta. L'impianto non può esistere su un territorio come il nostro secondo lo studio presentato! Un territorio con rischio di sismicità medio-alta, con un impianto a poche centinaia di metri da abitazioni, scuole, autostrada, attività commerciali.
La relazione ha raccolto l'attenzione totale della platea dell'auditorium.
Hanno partecipato tutti i componenti del nostro territorio: i cittadini, i comitati di quartiere, le associazioni di categoria, i rappresentanti delle istituzioni quali i sindaci di San Benedetto del Tronto, Monteprandone e Martinsicuro e i rappresentanti della Regione.
Tutti hanno parlato e manifestato la loro contrarietà alla realizzazione dell'impianto.
Ora bisogna dare una finalità alle buone intenzioni espresse in assemblea e coordinare l'azione sfruttando al meglio le competenze di ognuno.
Questa battaglia possiamo ancora vincerla tutti insieme.
Noi ci siamo. Cittadini non sudditi.