Il Festival di quest'anno celebra la poesia nell'arte e dunque, come si legge nell'introduzione all'evento artistico del Prof. Andrea Viozzi, esso omaggia con questa mostra personale, un artista che nel corso della lunga e affermata carriera ha fatto del connubio poetico\visivo la sua principale fonte di ispirazione creativa. “I suoi “graffi” immaginifici”, continua Viozzi, “come lo scarabocchio di un bambino, sono dei segni asemici che scavano nel profondo del suo Essere, alla ricerca di uno spazio nuovo in cui poesia, musica, arte, spazio, architettura e design si declinano armoniosamente sui supporti di carta acquisendo una grande capacità segnica e materica, offrendoci una dimensione fisica dei suoi paesaggi astratti che vivono del sentimento del colore e del segno diventando spazi musicali evocativi di infinito.” Il connubio poetico/visivo del Maestro Gubinelli, si materializzerà anche fisicamente dopo una breve conferenza sulla “Poesia nell'Arte” del Prof. Andrea Viozzi, durante il vernissage della mostra, che aprirà il 29º Festival dell'Arte sul Mare e si terrà il 7 giugno alle 17, alla Palazzina Azzurra, la galleria d'arte comunale di San Benedetto del Tronto, quando Gubinelli incontrerà il poeta Eugenio De Signoribus che, in occasione dell'ottantesimo compleanno del Maestro, gli ha dedicato una poesia ispirata alle sue opere pitto/poetiche. La mostra conterrà circa 50 opere su carta che costituisce il mezzo espressivo preferito da Paolo Gubinelli, carta che lui incide, scava, originando un rilievo della stessa, ottenendo così una maggiore intensità luminosa. Nei Graffi, in modo particolare quelli recenti, che saranno esposti alla Palazzina Azzurra, il segno scava a fondo la carta che così dona all'opera una tridimensionalità imprevedibile e intensamente dinamica. Sul catalogo del Festival, la mostra è introdotta dalle splendide note critiche del Prof. Giovanni Cardone, che si riportano di seguito integralmente. “Gubinelli cerca la verità, attraverso la forma indispensabile e dalla doppia valenza terrena e astrale. Oppure è alla ricerca di un modulo innovativo di sperimentazione e sintesi che fa parte di una sua identità interiore. Le suggestioni si dilatano in ricercate atmosfere, divenendo flebili respiri, tensioni verso l’immanenza, nella scintillante immediatezza della pura sperimentazione. Il colore si libera dalla forma, sublima verso realtà concrete donando allo spazio nuove e articolate visioni. Uno spazio di luce si dirama oltre i limiti conosciuti della forma trasformando ogni esperienza onirica in una catalogazione cosmica dell’animo. Strutturazioni coeve e sequenziali assemblano razionalmente ideogrammi, istanti luminosi, inediti linguaggi, intercalando piani, setti cromatici, frammenti tonali. Dalle opere di Gubinelli affiorano innumerevoli realtà parallele oltre le convenzioni del visibile e dell’agire, generando corrispondenze e analogie tra creazione e genesi. Sentimenti dell’animo si fanno luce e approdano verso arcani arcipelaghi prospettici attraverso flebili e illusorie sinuosità narrative. Si assiste, ad uno scontro epocale tra linearità del tratto e dinamicità fluttuante della composizione, ora rotante, ora integrata tra dogmatiche sovrapposizioni orizzontali e verticali. Il purismo si sovrappone ed è sostituito da spezzati ingranaggi di macchine sensoriali di una realtà sintetica, fluiscono nell’aria creando vortici dinamici di entità oniriche e vertigini ideali. La dimensione della materia si dirama nello spazio alternando realtà trascendenti a lampi di luce abbagliante e infinita. L’essenziale incontra l’effimero, eros e thanatos dell’immaginario, alla ricerca dell’inedita forma, esiziale paradigma di un’ancestrale solitudine, muta testimone di continue sperimentazioni, sinuosità tattili, simmetrie sussultorie. Perfezione ed essenzialità, germinali sequenze, sottesi intrecci, fluttuano liberi nelle lontane rimembranze segniche per divenire essenze di transiti e rivelazioni di idee organico primigenie. Segmenti iridescenti si sovrappongono, ordinati nello spazio, rimodellando atmosfere, entità fenomeniche di sapienti sussurri, variabili astrali di cristalline scansioni luminose, meditate modulazioni. Colore e Luce vibrano sensibilissimi sul substrato generando un armonico e affascinante equilibrio, quieto limite di arcane aspirazioni sensoriali, mitici destini, tensioni sacrali. Dopo l’approdo, ecco l’abbandono, ovvero il desiderio di nuovi orizzonti articolati da linee spezzate e filiformi che si incuneano in mirabili frammentazioni ideative, sintomo di smarrimento esistenziale e deciso allontanamento da una realtà ormai aliena. Come lame percettive, simboliche linearità complesse s’insinuano sul substrato trasfigurando le essenziali casualità tonali delle composizioni in analitiche volontà rappresentative. Vibratili strutture appaiono come affascinanti tensioni di cristallina innocenza espressiva sospese tra una fenomenologia evocativa e una sintetica esperienza visiva. Oltre il rapporto spazio- tempo Gubinelli medita sull’irrevocabilità del frammento, sulle tracce armoniche delle forme geometriche che reggono l’universo alla ricerca delle primordiali temporalità oggettive. Il frammento, lontano dal suo contesto naturalistico, estende la sua presenza tra sovrapposizioni e integrazioni di materia pittorica generando un affascinante intreccio ritmico. Per il “rivoluzionario” Gubinelli il tempo è come ibernato, purificato, trasfigurato da un’inedita linfa vitale. Il ritmo del continuo mutare del tempo genera cangianti armonie delle tonalità ma decreta un nuova visione creando, un modulo tra sperimentazione e innovazione del pensiero. Una fine spiritualità veleggia sul substrato, divenendo entità rivelatrici d’inesplorati rimandi, irrefrenabili tensioni verso l’assoluto, vibrazioni cosmiche tra terra e cielo, tracce indissolubili tra espressione ed evento, tra destino e avventura, tra poesia interiore e silenzio. Come cangianti vittorie alate, le forme ritmiche e lineari di Paolo Gubinelli fluttuano sottese nello spazio, si svelano velocissime oltre la porta delle stelle, tra riverberi avvolgenti e ritmiche sospensioni di un tempo indefinito ai confini percettibili dell’essere.” Biografia di Paolo Gubinelli Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero. Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102X72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra. Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici: Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Vera Agosti, Mariano Apa, Paola Ballesi, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Massimo Bignardi, Vanni Bramanti, Mirella Branca, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Paolo Bolpagni, Sandro Bongiani, Luciano Caramel, Giovanni Cardone, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Cresti, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo, Roberto Luciani, Mario Luzi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Marchi, Marco Meneguzzo, Fernando Miglietta, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Gaspare Polizzi, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Davide Rondoni, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi. Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con poesie di noti poeti: Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodoglio, Alberto Caramella, Ennio Cavalli, Antonio Colinas, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Ko Un, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Elio Pecora, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto. Stralci critici: Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Bongiani Sandro, Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Carlo Franza, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Riccardo Nencini, Franco Neri, Franco Patruno, Elisabetta Pozzetti, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Alvaro Valentini, Francesco Vincitorio. Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni. In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale. Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale. Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati. Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.
La mostra del Maestro Paolo Gubinelli, “L'arcano incantato: incontro tra spazio e tempo”, si colloca nell'ambito del “29º Festival dell'Arte sul Mare”
San Benedetto - La mostra del Maestro Paolo Gubinelli, “L'arcano incantato: incontro tra spazio e tempo”, si colloca nell'ambito del “29º Festival dell'Arte sul Mare” di San Benedetto del Tronto del quale il Maestro sarà ospite, che si volgerà nella città rivierasca marchigiana dal 6 al 30 giugno 2025.